martedì 15 agosto 2017

DUE MIE PUBBLICAZIONI

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Passione Cammino - Come e perchè andare a Santiago di CompostelaEbookDescrizione: “Un uomo, una tomba, milioni di pellegrini. Da più di mille anni un numero incredibile di persone di ogni età, sesso e nazione decide di intraprendere il lungo cammino, spesso spinta dalla fede nei confronti di san Giacomo” (Andrea Drouves). Francesco Muscato, siciliano, ha vissuto a lungo nel nord Italia e in Toscana oltre che a Napoli e a Roma. All’estero ha trascorso lunghi periodi in Francia...







Due giorni, tre ore e ventisette minutiEbook
Descrizione: Silvia e Gianluigi coltivano interessi comuni. Fanno progetti per il futuro, sognano la felicità e convivono stabilmente per alcuni anni. Viaggiano, scrivono, dipingono, affrontano con passione le situazioni più diverse. A un certo punto, senza apparenti motivazioni, lei lo lascia per uno scultore conosciuto per caso. Per il partner abbandonato lo shock è insopportabile. A livello di relazioni, attività...Vuoi sapere su quali store è già disponibile il tuo libro? Clicca qui

Visualizzazioni: 10 Commenti: 0 Categoria: Fiction > Romantico - contemporane




martedì 14 marzo 2017

E CHE MULTA !!


Da 17 euro e cinquanta centesimi
a oltre diecimila euro
(storia kafkiana – vera - di una multa automobilistica)

Quadro  sintetico  cronologico e fattuale




6 agosto 2015


A motivo dello straordinario caldo estivo, il bollino attestante l’assicurazione della mia Ford Fiesta si è scollato dal vetro anteriore ed è caduto per terra. I vigili urbani, non avendolo visto, mi fanno il verbale e lasciano la notifica sul parabrezza [2].


11 agosto - ore 9.10



Mi reco presso lo sportello dei vigili per pagare 17.50 euro.

Porto con me non solo il bollino, ma anche il contratto assicurativo annuale.

La vettura, comprata in Italia nel 2007, per oltre due anni è stata con me in Francia dove ho cambiato le targhe (DA-072-VS).

Rientrato in Italia, e avendo comprato da alcuni mesi una seconda macchina di occasione, cerco di vendere la Ford Fiesta. Per venderla occorrono le targhe italiane. Faccio l’iscrizione al PRA e alla motorizzazione mi danno le nuove targhe (EY007WE).

Tra i candidati all’acquisto, il sig. R M che il 9 agosto, prende visione dell’auto e mi dà un acconto di cinquecento euro. È la caparra della compravendita da effettuare mercoledì 12 agosto.

Sto per pagare allo sportello e i vigili mi dicono che la macchina va sottoposta a sequestro.

A loro non basta che l’auto sia assicurata in Francia.

La Ford è sequestrata e trasferita al deposito di Se (via S., 2) per fermo amministrativo.



13 agosto



Invio una lunga mail al prefetto di Az con identica copia al dirigente d’area, dott. P. In.



17 agosto



Detto dirigente, via mail, mi consiglia di rivolgermi al Giudice di Pace.



24 agosto



Alla reception del Giudice di Pace mi fanno sapere che per la procedura occorrono 270 euro di marche da bollo. Invece, se si sceglie di rivolgersi al Prefetto non ci sono spese. Tuttavia, se il prefetto respinge il ricorso, le spese della multa raddoppiano.



7 settembre



Deposito brevi manu il mio dossier presso la sede centrale della Prefettura, sezione Protocollo.



17 novembre



Su mia richiesta sono ricevuto dal vice-Prefetto In. Secondo lui non ci sono gli estremi perché venga accettato il mio ricorso.

Su mia richiesta, mi comunica che la mia auto è stata rottamata il 14 settembre.





20 aprile 2016



Ricevo documento di notifica del Vice prefetto.

Respinge la mia richiesta e m’ingiunge di pagare 3.761.70 euro.



14 maggio 2016



Chiedo di essere ricevuto dal Giudice di Pace pagando 125 euro di marche da bollo.



25 ottobre 2016



La dott.sa Imm respinge il mio ricorso con sentenza n. 1086/2016.









[1] Il mio racconto è vero in tutto e in ogni sua parte: sezione, paragrafo, rigo.
Ho sostituito i nomi delle persone e dei luoghi con delle sigle o abbreviazioni per ovvi motivi. Non per paura di essere querelato, ma perché non voglio mai più avere a che fare con un certo modo di amministrare la giustizia.
[2] Ironia della sorte, tutto è nato da questo benedetto bollino. Dal settembre 2015, ovvero, poche settimane dopo, non sarebbe stato più obbligatorio esporlo.

lunedì 27 febbraio 2017

EUTANASIA


Le responsabilità della Chiesa sul "fine vita" Pubblicato: 27/02/2017 14:00  http://www.huffingtonpost.it/../../don-aldo-antonelli/le-responsabilita-della-chiesa-sul-fine-vita_b_15038780.html





Puntualmente, con le stesse acrimonie, con le stesse animosità, con le stesse intolleranze e con le stesse chiusure mentali, ritornano le guerre ideologiche sul "fine-vita". È stato così con Piergiorgio Welby nel 2006, idem con Eluana Englaro nel 2009 ed è così anche oggi con Fabiano Antoniani, più comunemente detto dj Fabo.

Gli anni passano, le situazioni di disumanità con i loro problemi si ripresentano e con essi, immancabilmente, si ripresentano anche i fossati di incomprensione e i muri di ottusità.

Al fine di un ragionamento più pacato e in vista di un reciproco rispetto tra le posizioni penso sia utile la riflessione sulle due tematiche che animano il dibattito: l'accanimento terapeutico e l'eutanasia. Per quanto riguarda l'accanimento terapeutico è bene sapere che anche la riflessione della chiesa ufficiale è stata ed è del tutto contraria.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica all'articolo 2278 recita: "L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente se ne ha competenza e capacità".

Riguardo poi all'uso degli analgesici nell'articolo 2279 si legge: "L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile". Posto così il problema sembra risolto.

L'interrogativo si pone quando, considerati i grandi progressi della medicina, si tratta di distinguere il dovere di cura dall'accanimento terapeutico. Dove finisce l'uno e comincia l'altro?

Qui, naturalmente, si richiede un altissimo senso di responsabilità e una grande maturazione di coscienza. Quanto all'eutanasia, è pur vero che la Chiesa Cattolica è di per sé contraria, ma va anche detto che nel panorama della riflessione teologica non mancano posizioni dall'atteggiamento "possibilista".

Tali ipotesi, dopo tutto, si fondano su un principio comunque incontestato, anche se completamente rimosso nell'attuale dibattito. Si parte dal principio che per un cristiano la vita non è "il bene assoluto" cui tutto subordinare!

Tanto è vero che il sacrificarla per altri alti valori (la giustizia, la fede, la castità etc.) è ritenuto, dalla tradizione cristiana, un atto di eroismo e di santità. Rebus sic stantibus, direbbero i filosofi, perché ritenere immorale il cessare di vivere quando la vita ha perso ogni connotato di relazionalità con gli altri, ogni traccia di autocoscienza, ogni altra dimensione che, andando oltre la pura "vegetalità", dia dignità al vivere stesso? Personalmente ho avuto modo, in più di un'occasione, di trovare più dignitoso il gesto disperato di un suicida che non il pecoreccio vivacchiare di gente senza scrupoli.

Il teologo tedesco Hans Küng, poi, si spinge anche oltre. Dall'affermazione che "il diritto alla vita non può essere scambiato per una coercizione a vivere" alla tesi che "essendo l'inizio della vita umana posto da Dio nelle mani della responsabilità dell'uomo, si può analogamente pensare che anche la fine della vita venga da Dio posta sotto tale responsabilità".

Il problema dell'eutanasia va correlato sì alla morte, ma questa a sua volta va connessa strettamente alla nozione di "vita" che è qualcosa di molto più alto che il semplice vegetare. L'arroccamento della Chiesa in difesa della vita a prescindere da tutto, dalle condizioni oggettive e soggettive e perfino dalle persone stesse che della vita dovrebbero essere le beneficiarie, lo trovo anche antievangelico come di colui che sacrifica le persone concrete ai principi astratti e che antepone il sabato all'uomo. Una morale autenticamente evangelica dovrebbe stabilire delle finalità di vita piuttosto che esporre regole di condotta.

Sia chiaro: non si vuole con ciò legittimare la trasformazione della tecnica in strumento di morte né benedire l'ambiguità profonda di una scienza che diventa un delirio di onnipotenza. No! La complessità del problema non deve spingere nessuno a una apertura qualunquista e superficiale, ma non deve nemmeno imprigionare le possibili scelte dentro la cremagliera della condanna più assoluta.

Giustamente, il teologo Giannino Piana scrive, a proposito di eutanasia: "Al di là delle complesse e delicate questioni di ordine politico e giuridico, che vanno affrontate con grande prudenza in una prospettiva non puramente individualista ma attenta ai risvolti sociali e culturali delle decisioni, il nodo fondamentale che occorre sciogliere riguarda l'esistenza o meno del diritto di autodeterminazione nei confronti della morte".

Anche qui, fronte al radicale rifiuto del diritto di autodeterminazione da parte della chiesa ufficiale, a partire dal presupposto che la vita è un dono di cui noi non possiamo disporre, vanno emergendo, sempre in ambito cattolico, ipotesi alternative (sia pure minoritarie).

Intanto già di fronte alla motivazione addotta contro ogni forma di eutanasia sorgono domande che qualcuno potrebbe trovare "impertinenti" ma che toccano il cuore della teologia. Si dice, appunto: "La vita è un dono di Dio di cui l'uomo non può pienamente disporre". Ma, ci si domanda, che dono è ciò che non viene pienamente e definitivamente dato?

E che responsabilità è quella per cui si è costretti a gestire la vita per conto terzi? E questo Dio che concede con una mano e trattiene con l'altra cosa ha a che fare con quel Dio che "dona oltre ogni misura"? Sono forse due "Dio" diversi?

Si ha l'impressione, insomma, che la posizione della chiesa ufficiale sia fondata più su preoccupazioni ideologiche che su motivazioni teologiche.


venerdì 30 dicembre 2016

Correzione di bozze


hai bisogno di aiuto per correggere le tue bozze?
scrivimi : framusca@gmail.com

 

Il CORRETTORE DI BOZZE è la figura professionale a cui è affidata la lettura finale di un libro, prima che vada in stampa.

Il suo compito è garantire che il testo e l’impaginazione siano perfetti, eliminando i refusi, ossia gli errori di digitazione e gli errori ortografici, grammaticali e di sintassi.

Oltre a questo, il correttore deve controllare scrupolosamente che non ci siano errori nella veste grafica della collana di riferimento.

IL LIBRO E LE FASI DI LAVORAZIONE SUL TESTO

TIPOLOGIE DI TESTO

NORME ORTOGRAFICHE E REDAZIONALI

CORREGGERE LE BOZZE

mercoledì 5 ottobre 2016

Pour l’avenir de l’humanitè

Edgar Morin - Philosophe, sociologue

E Morin, La voie. Pour l’avenir de l’humanitè, Fayard 2011.

Edgar Morin


Edgar Nahoum, dit Edgar Morin, né à Paris le 8 juillet 1921, est un sociologue et philosophe français. Il définit sa façon de penser comme « constructiviste » en précisant: « c’est-à-dire que je parle de la collaboration du monde extérieur

lunedì 3 agosto 2015

ISLAM

“UN ISLAM CHIUSO IN SE STESSO, CHE DIVIDE IL MONDO IN FEDELI E INFEDELI”
di Matteo Matzuzzi
“Nel mondo i cristiani sono perseguitati, braccati, privati del lavoro, imprigionati, torturati, assassinati. Tutti i mezzi sono usati per costringerli a rinnegare la loro fede, compreso il rituale dello stupro collettivo, considerato in certi stati come una forma di sanzione penale. Possedere una Bibbia è diventato un crimine, proibita è la celebrazione del culto, si è tornati ai tempi delle messe nelle caverne e dei primi martiri”.
A pronunciare queste parole, lo scorso 1 luglio in un incontro sui cristiani perseguitati organizzato dal parlamento europeo, a Bruxelles, è stato l’imam di Nîmes, Hocine Drouiche.

L’imam francese ha osservato che tra i principali fattori che spiegano la persecuzione anti cristiana – “aumentata in tutto il mondo e, in particolare, nel mondo musulmano” – vi è “un islam politico secondo cui la presenza dei cristiani nel mondo musulmano non è mai una possibilità. Essa costituisce piuttosto una minaccia”.